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Venerdi 29 Agosto 2003
Con il post su Schwarzy è saltato fuori un baco di Firebird. O meglio, di Mozilla, perché il motore di rendering è lo stesso, cioè Gecko. Mozilla 1.3 riproduce la pagina correttamente, con l'immagine a sinistra in alto al testo. Firebug no. L'immagine si sposta disancorata dal testo a seconda delle dimensioni della finestra. Test con Mozilla 1.5b e Gecko 20030828, la build di ieri notte, confermano il baco, che quindi è conseguenza degli aggiornamenti tra la build di Mozilla 1.3 (20030312) e quella attuale. Mozilla ha non pochi problemi con i float, ed evidentemente per metterci una pezza se ne creano di nuovi.
Nel caso specifico di questa pagina, si genera un conflitto quando un block content con l'attributo float
impostato a left
si affianca ad uno impostato a right
(l'area con l'immagine e l'interfaccia di navigazione del sito—nessun commento sui collegamenti cronicamente mai attivati!). Inglobare la tabella con le due immagini di questo post o l'immagine della copertina in quello precedente in un div
e impostare quest'ultimo a floating invece che l'attributo align
della tabella o dell'immagine non risolve il problema.
Anche il modulo di rendering delle immagini ha qualche baco estetico: se Mozilla non trova un'immagine, il testo specificato nell'attributo alt
non viene confinato nell'area che sarebbe stata occupata dall'immagine (secondo le dimensioni specificate nel codice), spostando conseguentemente gli altri elementi.
Una delle cose più esilaranti di cui sono stato testimone in California in questa vacanza è stata la candidatura di Schwarzenegger a governatore della California. I late night show hanno fatto a gara per sfotterlo nel modo più comico (uno su tutti, Conan O'Brien, in RealVideo o WindowsMedia). Come in tutte le campagne politiche americane che si rispettino, spunta fuori un'intervista vecchia di 25 anni in cui il libertino bisteccone austriaco, ai tempi otaku del body building, ammette di far uso di droghe leggere, spaccona sul fatto che assume integratori col whisky, si gongola in un aneddoto di group sex in palestra, e gigioneggia godendo della fama che l'arrivo negli stati uniti gli sta procurando. Avrebbero dovuto proporlo come governatore allora! Parliamoci chiaro, quest'uomo è un fenomeno, non riesce a parlare bene inglese dopo 30 anni vissuti in America e la California ci si identifica perché così può fare a meno di sentirsi inferiore ai Brits; non ha la minima nozione di economia e affronta la crisi economica più grave degli ultimi 20 anni, con un tasso di senzatetto in continua crescita e un mercato del lavoro contratto ai minimi storici, ma ha la faccia del Terminator e la gente si fida (in fondo, è tutto un enorme spettacolo, e non potrà mancare il lieto fine, non importano le vittime tra il primo e il secondo tempo). E nel paradosso per cui tutti sanno che Ahhhnold è una macchietta, lo scandalo sollevato da difensori dei diritti dei gay o femministe spaventate dal gang–bang in palestra suonano come se i Cahiers du Cinema recensissero T3 o Gemelli. Perché Ahhnold vincerà. E non nonostante tutto, ma perché l'America ha sempre bisogno di eroi, e Ahhnold, nei suoi film, lo è sempre.
Mercoledi 27 Agosto 2003
Non date retta al catastrofismo dei telegiornali: tornare al lavoro può anche non essere immediatamente causa di stress. Sindrome da agenda, mi aspetto che più di un comico di Zelig ci costruisca qualche battuta sopra. Verrebbe da stare tutto il giorno a zigzagare per il web, leggendo, postando, installando, aggiornando. Firebird per esempio ha appena scalzato Mozilla come browser preferito, dopo la personalizzazione di rito e un paio di extension. E sono tornato a WinAmp 2.91, e sembra di aver aggiornato il pc.
Martedi 26 Agosto 2003
su m–pulse c'è un articolo sul mobile blogging Blogging Goes Mobile
, che include un elenco non esaustivo di soluzioni per inviare post dal proprio palmare o telefonino.
Lunedi 25 Agosto 2003
Un'amica mi ha chiesto di aggiornare i miei dati nella sua rubrica. Lo ha fatto utilizzando Plaxo, un servizio online, disponibile sia come estensione di Outlook, sia come servizio web–based. Plaxo sincronizza i contatti tra indirizzari diversi e li mantiene automaticamente aggiornati gestendo sul proprio server le richieste di sincronizzazione tra rubriche e l'aggiornamento dei dati che i singoli utenti compiono periodicamente. Il servizio è gratuito e riflette, senza diverse implicazioni di comunità e relazioni sociali, il progetto Foaf, che codifica in RDF dati personali e relazioni tra persone.
È evidente come Plaxo potrebbe tranquillamente essere costruito sulle specifiche FOAF (con questo intendo sia che potrebbe già esserlo e sfruttare il formato vCard come trasporto e il plugin per Outlook e Outlook Express come interfacce verso l'utente; sia che potrebbe essere scritto per appoggiarsi su FOAF come descrizione nativa dei dati). I problemi di privacy e apertura o chiusura dell'accesso a queste informazioni sono comuni e indipendenti dalle descrizioni utilizzate. Foaf offre la possibilità di uscire all'area aperta, al di là di una visione computercentrica, e unito a servizi di geolocalizzazione (altro tema scottante rispetto alla privacy), potrà dare la possibilità di venire avvisati, magari dal proprio telefonino o palmare, della vicinanza di un amico o di un "amico di un amico".
A me Foaf fa venire in mente la teoria dei sei gradi di separazione di Milgram, con le sue smentite, bufale, le prove, le controprove, e gli scherzi. Non sarebbe nemmeno necessario centralizzare le informazioni sui legami tra amici, come fa Plaxo, ma a meno di non avere disponibile uno strumento semplice, rapido e divertente per costruire e attribuire le relazioni mentre si gestisce il flusso informativo della propria giornata (ed in primis, le email), sarà difficile riuscire a distribuire efficacemente questa particolare specie di semantica del web. Plaxo invece ci riesce benissimo a quanto sembra.
update: chi c'è dietro Plaxo? Shawn Fenning, e non ditemi che non sapete chi è.
PopFile impara. Dopo 796 messaggi e 296 false attribuzioni (non c'è da sorprendersi, all'inizio il motore statistico non sa nulla), il tasso di errore è sceso considerevolmente. A confronto con SpamFire, che uso sul Mac, mi manca la possibilità di marcare alcuni indirizzi o domini come spammer certi, e cancellare i messaggi direttamente sul server evitando di scaricarli. Molto utile invece la possibilità di mettere in quarantena i messaggi classificati come spam, che consiste nell'allegare il messaggio ad una copia dello stesso senza contenuto ma con gli header intatti. In questo modo si evita di attivare eventuali web bug.
Venerdi 22 Agosto 2003
Rieccomi nel bel paese, dopo un mese di America, 900 foto digitali, 8 rullini, 3533 miglia, 5 giorni senza valigie, 46 gradi nella Death Valley, la foto di rito su Hollywood Boulevard, 3 dollari persi alle slot a Las Vegas, troppi hamburger, il fuso orario fluttuante in una zona non ben definita tra il pacifico e il mediterraneo e addirittura del lavoro in ufficio da fare. Cose dell'altro mondo!
Per dare un senso a queste giornate sto allenando PopFile, un proxy POP3 che implementa schemi di analisi basati sulla statistica Bayesiana per classificare i messaggi di posta elettronica e isolare lo spam in analogia a quanto suggerito da Paul Graham nel suo articolo "A Plan for Spam".
Su Outlook sto utilizzando SpamNet, di cui ho già parlato, ma sto migrando i miei 8 anni di posta elettronica dal Mac al portatile (un PC), più che tutto per ragioni di comodità, e vorrei mantenere Eudora, nonostante vistosi limiti sia nel trasferire tutte le informazioni, sia nell'approccio (cosa non darei perché Neo supportasse file pst multipli, anche se sembra non sia più aggiornato).
Fin'ora PopFile sta imparando in fretta e comincia a classificare correttamente i messaggi. Con tutto lo spam che ricevo giornalmente non dovrebbe metterci molto!
Venerdi 1 Agosto 2003
Sembra paradossale, ma trovare un collegamento a Internet negli Stati Uniti è virtualmente impossibile (a meno che ovviamente non siate dotati di una scheda WiFi, che inutile dirlo, non ho e non comprerò perché dovrei rivendere at home). Dopo aver visto San Francisco e la regione vinicola di Napa e Sonoma, tutto senza valigie grazie alla collaborazione di British Airways, ci siamo spostati a sud verso Big Sur e ieri abbiamo lasciato Yosemite Valley per arrivare nell'ombelico della California (visto che finalmente sono online), la splendida cittadina di Bishop, una sorta di Cinisello Balsamo senza Milano vicino :-). Domani Death Valley.
Seguiranno centinaia di foto…