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Venerdi 24 Giugno 2005
Stamattina Blogger inserisce <div style="clear:both;"></div>
all’inizio di ogni post. E a me salta il post. Farà caldo anche a Mountain View evidentemente.
Aggiornamento: c’è una nuova impostazione nelle preferenze di formattazione che elimina il div
che resetta i float.
Giovedi 23 Giugno 2005
Unipol Banca ha recentemente rinnovato il sito. L’unica nota positiva è che nel 2005 sono riusciti ad abolire l’home page vuota (solo l’indirizzo) con un enorme bottone Scarica Macromedia Flash Player
(no, niente riconoscimento automatico).
In compenso sono riusciti a creare un sito con 9 frameset annidati (3 + 3 + 3), che anche a 1024x768 presenta barre di scorrimento (Firefox, Explorer, è indifferente, salvo che non si scelga la modalità a tutto schermo), è molto poco leggibile perché senza contrasto (blu su blu, bianco su azzurro), e copre addirittura con la barra di scorrimento il bottone che invia i dati di login.
Forse avrei dovuto intitolare questo post: per che utente è fatto Unipolbanca? Perché il sito manca completamente di usabilità e attenzione ai dettagli, confonde invece che informare, e ottiene il pessimo effetto portale scintillante di animazioni e lampeggii che porta rapidamente l’utente da un’altra parte. Incredibile che qualcuno venga pagato per fare un lavoro così pessimo.
Mercoledi 22 Giugno 2005
Da venerdì la connettività dell’ufficio è a singhiozzo, nonostante il cambio del router e dello switch. I tecnici Colt non sanno dove sbattere la testa (fra un po’ la sbatteranno contro quella di un avvocato, perché comincia a diventare insostenibile). Però in questo palazzo ci sono società munificenti, mecenati del broadband, access point WiFi aperti e non protetti. Se siete dalle parti di piazza Bodoni a Torino, non cercate segni col gesso sull’asfalto: sedetevi su una panchina e collegatevi con una delle due reti aperte.
Mercoledi 15 Giugno 2005
Granieri è come sempre corretto, chiaro e fermo, e se ce n’era ancora bisogno, rimarca la differenza che continua a separare il mondo dei media tradizionali da internet. Mercati come conversazioni, ma prima ancora, conversazioni come conversazioni e il link ne è il tratto costituente (premessa di forme più evolute, come il trackback).
…a chi affidereste il ridisegno del vostro sito? Il post precedente è in inglese, così mi dò un tono e pretendo di avere una platea di lettori internazionali. Per noi che ce la giochiamo al bar qui sotto, la storia è da lunedìmercoledì mattina: diciamo che siamo a credito di un favore e possiamo farci rifare il sito, accessibile, semanticamente strutturato, ricco, visivamente accattivante, un po’ sexy anche, (che non fa mai male, con Flash o senza) da chi vogliamo. A chi lo chiedereste?
Tanto di cappello ai vari Zeldman, Cederholm, Bowman, Hicks, Santa Maria, Shea, Dominey, Rubin, etc., di cui ammiro il codice ma che ultimamente mi convincono poco a livello visivo. Siti sobri e puliti, ma sexy forse no. E un po’ mi sembra che siano tutti uguali (specie nell’usare il corpo del testo microscopico—questo in inglese non c’era, che poi si offendono), come se dovesse arrivare da un momento all’altro una nuova ondata di design, che travolge (e alla fine omologa) tutto e tutti. Magari c’è già, ma me la sono persa perché il web è troppo grande e non l’ho notata.
Prima di uscire dal bar dovrei comunque far valere il mio favore, che poi passa il tempo e la gente va alla berlina (volevo dire che si dimentica, ma trovate voi un post in cui riuscite a scrivere con nonchalance «alla berlina»). La scelta finale sarebbe fatta sulla base di chi è capace di impressionarmi maggiormente. Chi è che vi ha maggiormente impressionato recentemente? (nomi fuori dalla mia lista più che benvenuti).
Martedi 14 Giugno 2005
…to redesign your site (valid, accessible, semantically structured, rich, visually appealing, even a bit lush, whether this means there’s a drop of Flash or not), who would you ask to?
I’ve been thinking about it, more as a fantastically playful way to amuse myself, than anything real, and I’ve even scrutinized and pondered the portfolio of some of the famous (Zeldman, Cederholm, Bowman, Hicks, Santa Maria, Shea, Dominey, Rubin, etc.). Frankly, I wouldn’t know who to chose.
Most of the web standards gurus fail to visually impress me (I am more than amazed at the cleverness and cleanliness of their code). Design is a little stale: I don’t miss the pixel supernovas of the late nineties (curious that back then sites were rich in images and slow as molasses on 56k modems; now most people have DSL and everything is slim and mostly CSS based). I miss some of the antigravity that brought solutions derived from print based design onto web pages. There’s a visual identity to web design now, not owning to other media, but there has to be a new wave of design ready to hit the web at large (or it’s there already but the web has become too wide for me to notice it), because I have a costant feeling of deja–vu.
So I would hire, among the giants, the one that would impress me more. Who has impressed you lately?
I’d like to have a Konfabulator widget that fetches my TaDaList and displays it on my monitor. It should also implement adding and removing to dos (possibly syncronizing with TaDaList). It is basically a meshup of the functions of the "What To Do" widget by Arlo Rose and a basic RSS Reader widget.
Oh Thy Lazyweb, help me!
Ma la macchina circondata da pecore da cui esce il burino con le 2 figlie mononeuronali che ascoltano la musica al telefonino, cissandosi come due duraniane con il digei e il fratello del digeivabene, la macchina: è la nuova Croma?
Lunedi 13 Giugno 2005
Non sono un analista, ma mi pare che Cringely abbia preso un granchio, anche se la linea di ragionamento potrebbe essere condivisibile (Intel si compra Apple per scardinare il controllo di Microsoft sul mercato Pc).
…if (Intel) they tuned the OS to take advantage of unique features that only Intel had, they would put AMD back in the box, too. Apple could return Intel to its traditional role of being where all the value was in the PC world. And Apple/Intel could easily extend this to the consumer electronics world.
Qui sta il problema: con IBM Apple ha ottimizzato il proprio sistema operativo per il set di istruzioni Altivec, con un deciso guadagno di prestazioni a confronto delle soluzioni Intel. È stata premiante questa scelta? Sì dal punto di vista prestazionale e di marketing, no dal punto di vista di IBM che si è ritrovata a produrre chip con estensioni ad hoc senza beneficiare di consistenti economie di scala. Perché questo scenario dovrebbe essere più favorevole con Intel, la cui piattaforma già soffre in termini di architettura rispetto a quella di IBM e che sarà ancora più penalizzata con la prima disponibilità di Mac (vedi porting, emulazione e compatibilità)?
Di cose di cui essere contento oggi ce ne sono molte: Florence Aubernas è stata liberata dopo 157 giorni di prigionia, Valentino Rossi ha beffato Gibernau e Melandri, le Ferrari sono state miracolate sul podio del Gran Premio del Canada, e ho pure montato la tenda da sole sul balcone. L’unica che stona è il referendum, che sta fallendo miseramente per l’astensione massiccia.
A me dispiace non tanto perché sono convinto che la legge avesse bisogno di queste modifiche, ma perché questo paese dimostra di credere sempre meno negli strumenti democratici, e soprattutto si conforma, su questioni dichiaratamente laiche perché soggette a legislazione, ad un unico pensiero, religioso e pericolosamente fondamentalista.
Per coerenza, vista l’ingerenza della Chiesa Cattolica su questo evento democratico e civico, che la classe politica ha ritenuto di non dover arginare, mi piacerebbe venisse annullato il contributo che lo stato verso alla Chiesa, sia attraverso la scelta dell’otto per mille, sia attraverso decine e decine di altre sovvenzioni, e che fosse invece la Chiesa a pagare un tributo allo stato per il diritto di dire quello che vuole nell’ambito della vita civica e non solo di quella religiosa. Corretto, no?
Venerdi 10 Giugno 2005
In JavaScript, self
e window
sono sinonimi. Ma se abbinate funzioni ad eventi in un file JavaScript esterno (come è buona abitudine per separare il più possibile codice e contenuti), non è più vero (almeno su IE).
self.onload = setupPageOnceLoaded;
IE interpreta self
come riferito al file JavaScript, e attiva l’evento non appena il file è caricato, come se esistesse una wrapper window invisibile. In realtà self
dovrebbe continuare a fare riferimento alla finestra del documento chiamante, perché è this
la keyword che fa riferimento all’oggetto corrente, in questo caso il file esterno di funzioni. setupPageOnceLoaded
non viene eseguita quando il documento HTML è stato caricato, ma non appena caricato il file JavaScript, con il risultato che, essendo questo normalmente referenziato nella head
del documento, la funzione non trova il documento sui cui operare.
Quindi, usate window
(del sito su cui l’ho scoperto, di cui ho curato HTML e CSS, sono molto soddisfatto).
Giovedi 9 Giugno 2005
Due giorni dopo l’annuncio di Steve Jobs che dal 2006 i Mac avrebbero cominciato ad avere un cuore Intel, qualche piccola sintetica considerazione.
A me il G5 piaceva tanto. Appartengo a quella categoria di ingegneri mancati che solo per un soffio (ma non chiedetelo a Claudia) evitano di essere dei all around nerd/geek (sul fatto di non essere un ingegnere: sono rinsavito in tempo). Questo era un chip elegante, splendido dal punto di vista architetturale, disegnato bene, con un set di istruzioni specializzate (Altivec) dalle prestazioni fulminanti. Apple aveva imparato a costruire computer sexy dentro e fuori, avvalendosi di tecnologie avanzate (memoria DDR, AGP, PCI, ATA/100, etc.) disponibili anche su Pc (spesso prima però), ma sempre con quel pizzico esotico dato non solo dalle presentazioni di Jobs sui palchi delle varie WWDC, ma da quei processori diversi e belli.
Questa seduzione si è volatilizzata, come un profumo lavato via dalla pioggia. Se fosse un film, sarebbe del genere catastrofico, alla Emmerich, con nuvoloni che si addensano. Ma durerebbe solo 10 minuti. Perché in fondo, importa davvero avere un chip sexy dentro un computer? O non importa di più avere oggetti informati, leggeri, potenti e freddi, connessi tra loro e con interfacce usabili e seducenti?
Non so se Steve abbia dovuto risolvere un problema contingente (i portatili fermi ai G4, il mini che costa ancora troppo), togliersi un sassolino dalle scarpe (dove sono i G5 a 3Ghz che IBM garantì 16 mesi fa e Jobs promise ai fanatici Apple?) o abbia una visione strategica di medio termine e stia imprimendo una rivoluzione forte, trasformando in commodities i prodotti e lavorando (con margini completamente diversi) su servizi, creatività e innovazione.
Che alla fine credo siano le uniche linee guida per restare competitivi nei prossimi 10 anni, a prescindere dalla propria attività.
Mercoledi 8 Giugno 2005
Nei commenti sul blog di max emergono alcune precisazioni alla notizia che ho riportato secondo cui indurre all’astensione è reato.
La precisazione è che la legge si riferisce all’elezione di deputati. Corretto, in quanto in questo caso l’astensione non è, un’opzione prevista dalla legge (tanto che si perde a lungo andare lo stato di elettore, se non sbaglio). C’è, però, anche la stizza di chi difende la scelta astensionista accusando di contro chi, come me, la considera vile. Legale, sicuramente, ma vile.
L’accusa è Non sapete più che invertarvi per mettere a tacere chi non la pensa come voi.
Intanto, la denuncia di chi induce all’astensione è una provocazione, specie se il destinatario è il papa. Chi non l’ha capito ha evidentemente troppo livore astensionista per accorgersene. Questo referendum non è una crociata anti cattolica. Tutt’altro: si può votare per il sì ed aderire con convinzione alla Chiesa Cattolica, senza conflitti di coscienza o infrazioni dogmatiche. E non si cerca di far tacere la parte avversa, ma di scuotere le coscienze.
Perché di coscienza si parla. Di scelte intime, individuali, dove non c’è sovranità più alta della propria. Chi promuove l’astensione non ha il coraggio di promuovere il voto per il No. Di questo stiamo parlando, della solita codardia italica. Vincere facile, sfruttando il non raggiungimento del quorum, e nel contempo assestare un bel colpo al senso civico, deresponsabilizzando i cittadini (Fini–Rutelli: 1–0).
Chi crede nella bontà di questa legge lo dica. Ci metta la faccia, non si nasconda dietro chi non andrà a votare.
Io, come già era chiaro, non ci credo.
Lunedi 6 Giugno 2005
Dopo aver temuto un nuovo boicottaggio da parte di Acer (l’interruttore del portatile che accende e spegne la radio della scheda di rete wireless sembrava scollegato e la scheda restava spenta; installato Launch Manager, mosso la slittina a dovere, scheda attiva, eliminato Launch Manager), eccoci finalmente online senza fili, grazie a un access point Belkin, preso al volo da Fnac. Meraviglia.
Mercoledi 1 Giugno 2005
L’articolo 98 del testo unico delle leggi elettorali per la Camera afferma che chiunque sia investito di un potere, di un servizio o di una funzione pubblica, nonché «il ministro di qualsiasi culto», è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni se induce gli elettori all’astensione. A sua volta, l’articolo 51 della legge che disciplina i referendum (la n. 352 del 1970) estende la sanzione prevista al precedente articolo alla propaganda astensionistica nelle consultazioni referendarie. Un problema – e che problema! – per i giuristi che avevano liquidato un po’ frettolosamente la questione. Un problema doppio per chi lancia appelli all’astensione dall’alto d’una cattedra, o in qualità di sindaco, ministro, presidente di un’istituzione pubblica, specie se elevata. Un problema triplo per le gerarchie ecclesiastiche, per i vescovi, per le migliaia di parroci. E, naturalmente, ignorantia iuris non excusat.
Torno sulla questione confortato da un articolo uscito oggi su La Stampa (PDF). A chi pensa che l’astensione davvero risolva il problema scaricandone la responsabilità al parlamento, ricordo che della legge sul risparmio ancora non s’è fatto nulla (ecco, ho fatto un post alla Grillo). [via G]
Le catene portano sfiga, me l’ha detto mio cugino, se le interrompi ti si scambia il pedale del freno con l’acceleratore, ti suonano testimoni di geova, salero e viceza, e altre cose che non si possono scrivere perché chi le ha patite non può raccontarlo. Sonetti non è uno che vuole problemi con i pedali della macchina (oppure ha un cugino anche lui), e ha raccolto il bastone: su ordinazione.