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Lunedi 31 Gennaio 2005
Mi "appoggio" al meme di questi giorni di Luca de Biase per segnalare un triste caso di assistenza clienti, e l’impossibilità di risolvere un problema non da poco. E vi chiedo aiuto.
A luglio 2004 ho acquistato un portatile Acer. Dopo un mese e mezzo (Agosto ero in ferie) mi si brucia la piastra madre. Pazienza.
Lo mando in assistenza e mi sostituiscono la piastra madre. Tempo di fermo macchina: 1 mese e mezzo.
Dopo un mese e mezzo (notate un pattern per caso?) si brucia—di nuovo—la piastra madre. Mando il portatile in assistenza (posso fare altro?) ma chiedo di essere contattato per discutere del problema: non mi sembra una casualità, e francamente comincia a darmi fastidio, per non dire che se ci mettono altre 6/7 settimane per ripararmelo mi avanzano poco più di 3 mesi di garanzia, non mi si può chiedere di non nutrire dubbi sull’affidabilità della riparazione e mi sento anche un po’ preso in giro.
Però nessuno mi chiama. Nella lettera allegata al portatile c’è scritto, in modo garbato, ma nessuno chiama.
Chiamo io (a mie spese perché non è un numero verde e i tempi di attesa sono in media di 10 minuti). Mi viene detto che verrà inserita nella pratica la mia richiesta di essere contattato.
Così aspetto un’altra settimana, ma nessuno chiama. Chiamo ancora io, e chiedo gentilmente di poter parlare con il responsabile tecnico del laboratorio e con il responsabile del servizio clienti.
Impossibile: non hanno il telefono (testuali parole dell’operatrice).
Si può mandare una email o un fax, la chiameranno loro.
Chissà perché non mi fido.
Non credo che la mia richiesta sia ingestibile, né particolarmente anomala.
Ho lavorato in un’azienda che offriva servizi di customer service per conto dei propri clienti, e alla richiesta di parlare con un supervisore o responsabile, l’utente veniva passato ad un responsabile. Se la problematica era seria, veniva fatto ricontattare da un responsabile dell’azienda per cui era erogato il servizio clienti.
Evidentemente ad Acer non interessa discutere del disagio e fastidio dei propri clienti nemmeno Acer stessa ne è causa.
Ecco perché vi chiedo aiuto. Per far conoscere questa vicenda e smuovere le acque. E per consigli su cosa fare.
Aggiornamento: Massimo mi consiglia di far conoscere la vicenda a Punto Informatico.Giovedi 27 Gennaio 2005
Cerco qualcuno che mi aiuti a leggere DailyNet tutti i giorni. Se potete e volete, è semplice: inviatemelo a pecus [at] pecus.it o gpecus [at] gmail.com. Il donatore/donatrice resterà anonimo, godrà per sempre della mia gratitudine, e anche qualcosa di più.
Sentitatemente ringrazio.
La più bella parodia di Rocky. Oppure è un casting…
La notizia non è che A9, il motore di ricerca di Amazon, apra un servizio di directory commerciale (pagine gialle). La notizia è che nelle principali città ogni negozio ha la foto della propria vetrina, grazie a furgoni con macchine fotografiche e GPS che hanno automatizzato (tranne la guida) la raccolta di 20 milioni di immagini (!), consentendo di camminare virtualmente per le strade di una città.
Non vedo l’ora che qualcuno metta insieme Flickr e A9 per virtual tour curiosi e imprevedibili (á la mappr).
Anche i nerd preferiscono avere un bel davanzale!
Martedi 25 Gennaio 2005
Il primo dell’anno si fanno i conti con gli impegni di 52 settimane prima. E in giro per il web viene fuori il meme che l’anno scorso aveva tenuto banco nei post di gennaio: Kottke provava a leggere 52 riviste, David 52 libri (una/o alla settimana). David ce l’ha fatta, Jason ha mollato.
Prendersi un impegno del genere non è da poco, ma ho cominciato con il piede giusto.
Ninna Nanna, di Chuck Pahlanhiuk
Il Codice Da Vinci, di Dan Brown
Il Bosco Delle Volpi, di Arto Paasilinna
Per essermi consumato 6 mesi su De Lillo (in peritura memoria l'icona in alto), è un inizio promettente. Per la settimana 4 mi butto su Ragazzi di Vita, di Pier Paolo Pasolini
Fuga di cervelli all’estero, diminuzione dei soldi per la ricerca, investimenti ai minimi termini, riforma della scuola che mortifica l’innovazione. Tutta fuffa. Gli italiani quando si applicano sono dei geni. Rivoluzionari. Maestri. Cuochi.
La pellicola salvamozzarella inventata da due centri del CNR campano, è il nostro lasciapassare per il futuro, il Made in Italy che torna alla ribalta. Con invenzioni del genere, si potrebbe addirittura pensare di fare formule bundle, che so, una Maserati Gran Sport e 5Kg di mozzarella di bufala fresca.
Lunedi 24 Gennaio 2005
Buone notizie per i miei ex datori di lavoro: un enorme finanziamento che segue quello di un anno e qualche mese fa di 3i. Sarà la volta buona che mettono un po' di soldi in Italia? A me non fa nessuna differenza, ma mi piacerebbe, visto che è l'unico paese in cui hanno sbagliato tutto, perso soldi, sbagliato investimenti, rimediato peggio, si sono disimpegnati senza chiudere né ripartire con il piede giusto, hanno parolato e divagato nascondendo gli errori. E fin'ora MSN non ha dato grandi risultati.
Massimo mi segnala l’accordo con SMG (però sono finlandesi, non svedesi), che va nella direzione giusta, e vedo che è in corso una campagna anche su Clarence. Speriamo, anche se ritengo ci siano ancora un paio di roadblock da risolvere per una crescita significativa.
Venerdi 21 Gennaio 2005
From a talk with Craig Newmark, founder of Craig's list:
Audience: so when someone requests a new city to be added, what happens, you put it up and email them and it's up to them to get the word out?
Craig: I wish I was that organized. I wish I was organized enough to email them back.
OMG, he doesn't email them back. He not only doesn't promote new cities; he doesn't even email them back.
Audience: how much of your traffic come from search engines
Craig: we don't know
Audience: are you afraid that google or someone will take your audience?
Craig: we don't think of them as competition. There is plenty of room for everyone.
it's a different way to be. And they thrive. Kinda makes you question accepted wisdom, doesn't it?
via Box and Arrow There’s more
Moderna, antipioggia, antivento. Ecco la torcia olimpica di Torino 2006.
Questa cosa della tecnologia posseduta mi piace molto (almeno finché non mi lascia a piedi o intralcia personalmente). Insomma, il black out dei telecomandi ad Aosta è ancora meglio del TV B Gone!
Mercoledi 19 Gennaio 2005
Stewart racconta il workflow server–side di flickr. Qualche giorno fa Brad spiegava cosa ha imparato con LiveJournal su scaling e server distribuiti. La crescita è sempre piena di sorprese.
La versione sistematica e organizzata del mio best of 2004 [via Waxy]
Martedi 18 Gennaio 2005
Spoon boy: Do not try and bend the spoon. That's impossible. Instead only try to realize the truth.
Neo: What truth?
Spoon boy: There is no spoon.
Forza Italia vive in un'altra realtà. Non sto parlando di quando la sinistra dichiara che è lontana dai problemi del paese reale. No no. Regna proprio in un'altra dimensione, disegnata e cucita su misura, con l'etichetta della taglia 50 su un abito conformato che a noi parebbe una 56. Ma è una 50. E la Sicilia è una terra bellissima e immacolata.
Che fosse bellissima lo sapevamo anche noi. Sull'immacolatezza, soprattutto politica, qualche dubbio avanzava. Con Report di Milena Gabanelli ne abbiamo avuto conferma, ma abbiamo anche scoperto il coraggio di chi questa terra la vive. Di chi evidentemente vive in una realtà in cui la 56 è decisamente più abbondante di una 50.
La censura a Report è l'ultimo episodio di una lunga storia di televisione di regime, cominciata nel 2001 (…)
È prevedibile ma deprimente che un personaggio come Totò Cuffaro, che deve rispondere alla giustizia dell'accusa di favoreggiamento alla mafia, scateni pubblicamente l'ennesima campagna contro l'antimafia. È altrettanto scontato ma triste che Forza Italia, il cui fondatore Marcello Dell'Utri è stato condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, metta alla gogna chi indaga sulla mafia. Possibile che nessuno, nel centrodestra, provi imbarazzo?
La realtà è diversa. La loro. E il modo di rapportarsi alla nostra non è nemmeno triste — una parola troppo povera (e ultimamente ripetitiva) davanti a episodi come questo. Avvilente va meglio. Anzi, calza bene.
Fatemi capire. Estrarre metano dal proprio terreno è reato. Frode per la precisione. Ai danni dello Stato evidentemente. Ma rifondere i danni per i consumi mancati? Capisco che se mi scavo un pozzo ed estraggo metano dal mio terreno lo debba fare in sicurezza (quindi basterebbe una certificazione dell'installatore). Posso anche pagare una tassa allo Stato (ma magari ottenere sgravi per l'uso di combustibile pulito, oppure vendere l'eccedenza a una società concessionaria dello Stato). Ma pagare per un consumo che non ho realizzato mi sembra assurdo.
Lunedi 17 Gennaio 2005
È un po’ che mi frulla in testa, ed è meglio che lo fermi magari per ragionarci meglio (no, questo blog non è un estensione del mio cervello: è un blocco appunti). Con Flickr, Del.icio.us, Technorati, MovableType, file mp3 e per esteso gran parte delle applicazioni più recenti, nel campo della gestione delle informazioni online (o almeno nell’ambito digitale), i tag sono un metodo immediatamente disponibile, senza schema, per classificare variamente atomi di informazione. Pur con certi limiti (all’interno dell’Universo emerge sicuramente una gaussiana che rappresenta il consenso su una tassonomia universale, ma esiste per definizione una asistematicità), si è aggredito in modo efficiente il problema della classificazione. Ma questa funzione non è l’unica (e forse nemmeno quella primaria) fornita dal binomio tag + repository di informazioni.
La dinamica di scoperta è per me decisamente più interessante, anche se necessariamente subordinata.
Quando Napster fece la sua comparsa non rivoluzionò l’industria del prodotto musicale perché consentiva di acquisire musica al di fuori dei canali tradizionali. La funzione di distribuzione fu prevista by design, ma l’attivatore delle dinamiche sociali fu la possibilità di vedere cosa ascoltava un utente del network. Musica al di fuori del proprio ambito di conoscenza fino a poco prima veniva proiettata con un’energia sconosciuta a qualsiasi piano di marketing verso di noi, con un buon grado di affidabilità (se a te piace X e tu ascolti molte cose che piacciono anche a me, è facile che anche a me piacerà X). Niente di nuovo, ma implementato su una scala che grazie alla crescita esponenziale tipica delle reti ha ovviamente travolto l’industria musicale ben al di là del semplice nuovo canale distributivo. Flickr, del.icio.us, furl, technorati fanno lo stesso.
Navigare per tag è un’esperienza di esplorazione, a tratti catartica, e pur non essendo un criterio di ricerca preciso è un modo per scoprire informazioni accedendo a cluster semanticamente unitari e mettendoli in relazione, generando implicitamente mappe di significati correlati tramite criteri di vicinanza. Penso implicitamente a th!nkmap. La forza di un sistema di classificazione condiviso e spontaneo diventa un criterio di rilevanza forte per la qualifica di una ricerca: penso a un sistema simile a PageRank che rifletta il peso di link su furl e del.icio.us. Oggi mi ritrovo a costruire ricerche su technorati e del.icio.us quando mi imbatto in ambiti complessi e vasti che difficilmente so come aggredire in termini di query. Questi casi specifici evidenziano un limite intrinsico dei motori di ricerca tradizionali, l’impossibilità cioè di espandere correttamente una query eccessivamente stretta per cui la quantità di risultati restituita è eccessiva. Un approccio in questa direzione è Vivísimo. Il clustering è automatico e ricavato con un algoritmo di frequenza di parole.
Stabilire un equilibrio tra scoperta e ricerca non è più importante, perché l’oscillazione da un modo all’altro è sicuramente proficua.
Qui ci serve una craigslist locale: il mio pusher di appartamenti a Milano affitta un altro alloggetto. Fatevi sotto!
Giovedi 13 Gennaio 2005
Incuriosito da un link nella newsletter Mediaworld (
È nato NETMUSIC il tuo negozio di musica on line. 400.000 brani a tua disposizione scaricabili in modo facile e sicuro a solo € 0,99 a brano o a € 9,99 ad album
) clicco ma vengo accolto da una anonima pagina di errore. Non c’è branding e la soluzione suggerita (scaricare un programma, oltre a cambiare browser e mediaplayer) ha un alto fattore di rischio percepito perché manca la credibilità verso il sito. Come accoglienza clienti non c’è male.
Mercoledi 12 Gennaio 2005
Se ne era parlato alla presentazione delle licenze, ora si fa sul serio:
Se lo Stato sovvenziona la produzione di un filmato, quel filmato sarà di pubblico dominio; se lo Stato paga un esecutore affinché esegua un brano musicale, l’esecutore non potrà vantare diritti connessi su quell’esecuzione
Con i tempi che corrono, è una proposta da difendere. In parlamento.
All’indomani della presentazione delle novità in casa Apple, mi colpisce l’iPod shuffle per essere di nuovo un bell’esempio di design. Alcune piccole limitazioni sono efficientemente mascherate domandandosi in primo luogo se ciò che si è manca sia davvero necessario, ed attutendo il bisogno rivestendo l’oggetto con il brand Apple, che è innegabilmente forte. Esempio: sull’iPod shuffle non c’è il display LCD. Non serve, ma per non farne sentire la mancanza basta proporre un gioco, che è quello della musica mischiata: l’imprevedibilità, la sorpresa, l’incostanza. Ed è geniale l’idea di fare il pieno, come su un’automobile, ma di musica.
La scelta delle parole e la forma degli oggetti sono fondamentali. L’iPod shuffle sta nella tasca porta orologio dei pantaloni senza coprire i comandi o schiacciare l’attacco cuffia. Restano i controlli circolari, ma il vero fronte per me è il verso, con il selettore a tre posizioni.
Il Mac mini più che il successore del cube mi sembra un prototipo del set—top box che molti rumoreggiano Apple abbia pronto per sfidare Windows MCE. Il formato e lo stile sono perfetti: una configurazione wireless (tastiera, mouse e telecomando) con una scheda TV integrata può essere un serio concorrente, diciamo in fascia medio bassa, perché le applicazioni ci sono già (iLife). Ha solo (come al solito) troppa troppa poca RAM, e certo mettere le porte sul davanti aiuterebbe. Aspettiamo.
Sono anche contento di vedere iWork, soprattutto perché Keynote era davvero un ottimo prodotto, molto meno "distraente" di PowerPoint, semplice e con ottimi template. Il risultato è sempre un po’ fotocopia, ma di altissima qualità. Ben venga un word processor con un approccio simile.
Martedi 11 Gennaio 2005
Ok, non sono addentro come Massimo o Stefano alle novità della pubblicità online, ma sono stato colpito da questo banner flash progettato per scorrere come una tenda in risposta alla rotellina del mouse. Posizionamento e dimensione garantiscono con buona probabilità che il puntatore ci cada dentro (da quando l’ho notato ho prestato attenzione a dove lascio il mouse quando leggo un sito — di solito lo lascio circa al centro dello schermo, 2/3 a destra, cioè nella posizione del banner). La novità, l'effetto animato, un minimo di disorientamento (la pagina non scrolla) e sono rimasto ipnotizzato a far scorrere su e giù il banner. Un’idea non per innovare in modo non invasivo e divertente l’advertising online.
Martedi 4 Gennaio 2005
È successo di nuovo. Non ho niente da aggiungere, ma è ovvio che non comprerò più Acer (peccato perché li preferivo davvero a HP e Toshiba). Il vero obiettivo questa volta (visto quanto ci hanno messo la scorsa) è ottenere una nuova macchina. E possibilmente in fretta. Stay tuned.
Lunedi 3 Gennaio 2005
Tanto lo so che non rovino la sorpresa, ma se voi aveste regalato una macchina fotografica digitale, cosa meglio di Flickr potreste mettere nella calza della vostra amata la notte del 5 gennaio?
Comincio il 2005 con gli auguri a Massimo, perché so cosa vuol dire. E se ce n’era bisogno, mi associo tardivo ai mica cazzi di Stefano.