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Venerdi 28 Novembre 2003
Gli ultimi giorni di lavoro sono fitti. Insomma, sto cercando di eliminare tutto quello che è personale dal portatile e ho riempito decine di CD. L'azione è talmente sistematica che rimango senza posta, documenti, appunti, orari dei voli, insomma, mi sento nudo, e fino a quando non riavrò un computer personale resterò sospeso. Venerdì è il mio ultimo giorno di lavoro. I miei colleghi mi hanno regalato uno splendido lettore DVD Pioneer multiformato, e la collection di Kubrick. Sono estasiato. Lunedì parto per Helsinki. È una nuova avventura (e recuperare la posta sul nuovo G4 portatile sarà il primo passo).
Venerdi 21 Novembre 2003
Provate voi a lavorare dopo aver mangiato il «tortino di patate alla Bismarck»: visioni da Oktoberfest, caffé che alimenta un malinconico gastro–effluvio, riflessi lenti, torpore diffuso. Non basta nemmeno il campionario faunesco del bar Sibilla, con discolady dalle sopracciglia ad ala di marmotta, a salvare dall'abbiocco. Chiamiamo il bar per il Braulio!
Martedi 18 Novembre 2003
Non lo sopporto. Non sopporto che Toast battezzi i CD «Il Mio Disco» come se avessi 6 anni e mezzo e un solo CD da tenere gelosamente stretto. Invece mi sono solo dimenticato di dargli un nome, e mi ritrovo circondato da obbrobi sberluccicanti che mi inseguono come i gabbiani di Finding Nemo: Mine! Mine! Mine! Mine!
.
Venerdi 14 Novembre 2003
Amanti dell'isometria e del pixel funky ed effervescente, ecco in anteprima la versione italiana di Habbo Hotel, pronta ad aprire lounge e camere fra poche settimane. Se avete come dovere morale di assicurarvi il vostro nick prima che lo faccia qualcun'altro, registratevi.
Mi sono abbonato alla mailing list Word Of The Day due anni e mezzo fa, perché con una mail al giorno si scoprono o rinfrescano parole della lingua inglese che altrimenti, per pigrizia, si finisce per saltare nella lettura, badando più al senso che non ad una comprensione completa (perdendo così le sinuosità della lingua). Il dizionario su cui si basa è il Merriam–Webster, accreditato di più 65.000 lemmi. Dall'iscrizione ho ricevuto 992 parole, di cui 29 doppie (il 3%). Me ne sono accorto oggi, perché è la stessa parola di due anni fa. Stavo per fare ragionare sulle probabilità quando ho provato a scorrere l'archivio per data. Si può andare nel futuro e leggere la parola di domani (seguono perspicacious, conciliate, hegemony, brusque), ma l'oracolo non è in grado di fare previsioni a lungo termine perché la parola successiva (rationale) è quella di un anno fa esatto (o meglio, 367 giorni). Quindi le parole sono estratte giorno per giorno, o quasi, e non predeterminate per tutto l'anno.
Resta il problema della frequenza alta con cui si ripetono. O il corpo da cui vengono estratte è decisamente più piccolo del dizionario completo, o la funzione di estrazione casuale ha un seeding strampalato.
Mah!
Martedi 11 Novembre 2003
Perla regalata involontariamente da uomonero (insieme a una camera per la mia trasferta milanese, i blog sono meglio di Craigslist, potete giurarlo!): il webmaster del sito dell'ATM deve avere una sana passione per Springfield, IL, almeno a giudicare dalla favicon.
Giovedi 6 Novembre 2003
Niente post, la Società delle Responsabilità® mi si rivolta contro: devo fare la nota spese, sistemare statistiche, tutelare utenti attraverso ampie spiegazioni dai pericoli di un form, documentare il passaggio di consegne, insomma: lavorare. Strano, credevo che essere dimissionario mi esonerasse, come dalla lezione di ginnastica alle elementari se c'avevi il bubù.
Mercoledi 5 Novembre 2003
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iScooper will benefit you greatly, as you no longer have to browse web sites like this by clicking on a link to an individual photo...waiting for it to download...clicking on the web browser's back button...and then repeating the process for the other links on the page you're browsing. It's easy to see that iScooper can save you much time and effort, and can help you eliminate a lot of monotonous mouse clicking.
Per me è per il porno…
Martedi 4 Novembre 2003
Non riesco a credere che quando Rodriguez ha scritto e girato El Mariachi qualcuno gli abbia passato il compito. I soldi erano delle carte di credito dei genitori e il resto se l'era guadagnato vendendo il proprio corpo per esperimenti scientifici (altro che farsi pagare per un taglio di capelli originale). Vinse il Sundance festival e il film lo meritava davvero, ancora di più del remake ultramilionario. Per cui o il successo ha spalmato yogurt e buonismo disneiano sulla sua cinematografia, oppure quel film era un episodio, il numero ritardatario che una volta uscito non capita più per mesi e mesi, in barba alla cabala. Spy Kids è ai limiti dell'inguardabile, e solo una profonda convinzione che anche il trash ci può riservare delle belle sorprese consente di arrivare alla fine. Il trash non delude mai, e le soddisfazioni arrivano, ma non per merito di Rodriguez, piuttosto della Rai, che sperimenta una nuova formula trailer. Ma questo dopo.
Spy Kids è fumettoso sin dall'inizio, con scenografie ipersature di colori e particolari. Non c'è tensione né sembra che la storia porti da qualche parte. Dopodiché si parte con uno schema classico (rapimento dei due agenti segreti, mente diabolica votata a un progetto bizzarro e surreale, cattivi goffi e imbranati, etc.). A pensarci a posteriori c'è una sottile parodia dei film di 007 (la fuga in motoscafo, ad esempio), ma a vederlo si sgranano gli occhi sperando che sia stata una concessione fatta alla produzione. Seguono spie acciaccate e fuori allenamento e bambini che si trasformano in eroi, il tutto nel bene supremo della famiglia. Radici latine esplicite e Disney che gongola.
Uno non fa El mariachi
e poi si mette a filmare matrimoni, per cui nelle scene d'azione il risultato è convincente — tanto che Spy Kids 3D è stato commissionato come attraction per parchi tematici —, gli effetti speciali (forse volutamente) da stop–animation di serie B, un po' come le astronavi di Spazio 1999 o quella serie notturna di Italia 1 un anno fa (aiuto! non mi ricordo il titolo). Bene. È proprio il caso di dirlo perché siamo al trionfo del bene, inclusa reentrée dello zio che sembra uscito da Traffic e che aveva abbandonato a famigghja
, in tempo per il gran finale: il cattivo viene fotocopiato in un mostro di plastilina e George Clooney, in un cameo che recupera tutta la verve di Rodriguez, lancia il seguito del film reclutando i ragazzini per la prossima missione. Sfacciata morale finale e inno all'unità della famiglia (si sente la puzza di bushismo).
Voto: 6--
Invenzione della Rai sui titoli di coda: mentre scorrono, appositamente tagliati e ridimensionati per stare su un sottopancia ideale, i ¾ dello schermo sono occupati dallo speciale Pearl Harbor
, e il risultato è convincente: il clima è ancora filmico, per cui il messaggio del trailer passa in maniera più omogenea che non durante un'interruzione pubblicitaria, c'è spazio per visualizzare tutti i credits perché lo special dura a lungo, il tempo del film idealmente non si chiude, ma viene rimandato al prossimo appuntamento. Non è abbastanza per pagare il canone, ma è meglio di una telepromozione (e se è per questo, di un calcio nelle ginocchia).
Esco per andare in palestra, ma la lezione di spinning è al completo. Attraverso il centro in macchina per tornare a casa, ma mi resta in testa l'idea che ho un'ora e mezza di bonus, così parcheggio e faccio due passi per vie illuminate da lampioni lividi e acciottolati incerti. Ritrovo una città che non vedevo più costretto nei tempi delle giornate lavorative, cuscinate da mezz'ore di traffico, supermercati chiassosi e affollati e obblighi domestici vari.
Vive la città, e lascia segni. Totem di concerti e manifestazioni, volti marcianti e visi distratti che si muovono come su nastri trasportatori, capannelli di gente in incontri occasionali segnati dai tempi di un semaforo, occhi fissati a un 42" che ripete Matrix mentre signore di mezza età, taglio da professoresse, Harry Potter ad affaticare la borsa, commentano sull'inglese originale dei personaggi Che bello questo film…
. Vetrine caleidoscopiche di libri, mani che sbucano da un nero di velluto e sottraggono orologi dalle vetrine, le gioiellerie sembrano le bancarelle del mercato la notte, non fa freddo e la gente chiacchera tranquilla. Incredibilmente il traffico è lontano. Forse sono io, che privato di tutto questo e di quello che sorpreso e incredulo non sono nemmeno riuscito ad afferrare, non lo sento.
Torno alla macchina e vorrei restare. Vorrei diventare protagonista di una foto in bianco e nero, fermato da un Doisneau piemontese, immune dal magnetismo dell'online e circondato dalla fisicità di questa città.
Sono un po' perplesso. Non è per il fatto che nella blogosfera tutti scrivano post sullo spam che ricevono in posta, quanto per le date del mio feed rss. In più oltre a riempire il sito di elemosine per una camera, sto seriamente pensando di sostituire i link dell'elenco a destra con la mia directory OPML: così scambiarseli diventa decisamente più facile.
Ah! i text ad di skipintro sono finalmente diventati un blogroll.
Cari amici di Milano, sarò presto dei vostri. Dal primo Dicembre comincerò a fare il pendolare tra Torino e Milano, frequentando affollati vagoni delle FS, ammorbato da germi accelerati dal riscaldamento, insonnolito da sveglie profondamente notturne, gambizzato da lunghissimi tratti in piedi e bistrattato dalla folla che scorre verso la metropolitana. Ma qualcuno di voi può salvarmi.
Basterebbe trovare una camera a Milano.
Se avete un coinquilino che sta per accasarsi con la fidanzata, se non sapete a chi far pagare la quota della ADSL, se morite dalla voglia di testare il firewall del vostro vicino di stanza, se continuate a mangiare scatole di fagioli nella speranza che il vostro attuale vicino se ne vada appestato dai vostri gas mentre voi sognate i manicaretti e le sfogliatine della mamma, se avete sempre voluto poter dire "menta" come a Pancalieri, se non fumate (zizze, mica sono bacchettone!), e soprattutto, se non chiedete un'esagerazione per la camera, : fareste una buona azione, vi garantireste buona cucina ogni tanto, avreste compagnia serale sufficientemente geek e la garanzia del vostro nick preferito su Habbo Hotel.
Thanks
Lunedi 3 Novembre 2003
L'idea era ingegnosa. Sfruttare un cavillo o buco legislativo del DMCA per distribuire legalmente musica all'interno di un campus universitario. I brani venivano erogati in analogico su dispositivi esclusivamente riproduttivi (es. televisori, radio a filodiffusione, etc.), a una qualità inferiore a quella di un CD. Questo almeno fino al momento in cui la RIAA non ha contestato la licenza sui brani che il concessionario aveva ceduto al MIT. Forse per evitare ripercussioni l'università ha deciso di sospendere il servizio, anche se una verifica legale dell'accordo di licenza da Loudeye e della modalità di redifussione all'interno del campo non c'è stata. Non sorprende nemmeno che proprio il MIT venga considerato il «cattivo» in questa vicenda, accusato addirittura di voler privare i musicisti e gli artisti dei propri guadagni. Il punto interessante è che il MIT ha pagato 30,000$ a Loudeye per la cessione dei brani. Evidentemente le major reputano che la musica non sia mai ceduta (alla pari del software) e solo noleggiata per determinate (e rigidamente regolate) modalità di fruizione. Nemmeno se la legge ordinaria prevede che alcune di queste modalità non siano sottoposte a regolamentazione.
È facile dismettere il caso come una violazione di copyright, anche se si tratta di una questione di licenze contrattuali. Il dato interessante è che il progetto era sponsorizzato da Microsoft, la quale proprio oggi sbandiera sulla propria homepage il simbolo del reincarnato Napster. [via Ars Technica]
Voglio essere giornalista anche io. Per andare alle anteprime di Matrix Revolutions e scriverne una recensione ellittica, in modo da non svelare niente, il giorno dopo. Tanto dicono che nessuno chieda né pass né niente.
Copertine di CD rifatte in Lego. Adesso aspetto Kill Bill (Uma Thurman con l'omino tutto giallo e le strisce nere fatte a pennarello).