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Archivio del blog, Settembre 2002


Venerdi 27 Settembre 2002

Pensiero del giorno: tutto mi rotola addosso come in una vignetta di Wile E. Coyote.

Qualcuno conosce un software per masterizzare audio (preferibilmente da file MP3) con supporto CD–TEXT su Mac? Ho provato con NeroMAX, Toast, B's Recorder Gold, Waveburner. E dire che su Pc è così semplice: Nero manco te lo dice, e si copia i tag Id3 dei file.

scritto da pecus alle 16:18 §

Lunedi 23 Settembre 2002

Oggi mi sono accorto di Google News, un servizio di aggregazione di news simile a quello offerto da moreover.com, oggi ridotto a 25 titoli previa registrazione. L'aspetto interessante dell'implementazione di Google è che si appoggia al motore di pertinenza dei risultati per costruire collegamenti a notizie simili (and 26 related »). E, in stile Google, il piè pagina recita:
This page was generated entirely by computer algorithms without human editors.
No humans were harmed or even used in the creation of this page.

Tra le notizie segnalate, l'accordo tra Sharman Networks e Tiscali per incentivare l'acquisto di connettività ad alta banda fornita dal provider Italiano grazie all'offerta di contenuto multimediale della rete P2P Kazaa. Se Kazaa non viene fermata in tribunale come successo ad Audiogalaxy e Napster, allora il modello di business diventa assolutamente competitivo per service provider alla ricerca di contenuto a bassa costo e largo traffico che generi domanda per servizi a pagamento di connettività ADSL, satellitare, o su fibra ottica. E se si dovesse ipotizzare un compenso per contenuto prodotto sulla rete p2p e non solamente distribuito, la misura del traffico generato potrebbe diventare un indice per calcolare una quota di compenso proprio da chi fornisce la connettività. Ma di micropayments si è già parlato molto senza arrivare a modelli credibili, se non 2: Paypal e aHS

scritto da pecus alle 11:55 §

Tristi e grigi, ho visto la luce, cioè, ho visto Lagaan, polpettone Bhollywood da treoreequaranta che scorrono come il Gange in piena, tra echi di Fuga per la vittoria+, strizzatine d'occhio ai grandi musical coreografati in strada (non asfaltata…), alle commedie romantiche centrifugate con le soap sudamericane, alle caricature attoriali dei film muti, e ai colossal sandaloni. È un film allegro, ben confezionato, con un buona fotografia e un ritmo che porta fino alla scontatissima ma godibilissima fine. E tra danze e feste colorate di gialli, ocra, rossi e terre di siena, tra partite di cricket e scenette amorose si arriva alla fine ridendo, partecipando, ironizzando e scimiottando. Perché se mai nella vostra vita, anche di nascosto nello sgabuzzino, che non vi vedesse vostra sorella che sapeva i passi a memoria dopo aver visto il video una volta, se mai vi siete messi a cercare di ballare con le mossette di macarena, asereje, cottone eye joe, allora uscirete dal cinema saltellando come Bhuvan.

Visto al 2 Giardini (fa tanto Raspelli)

scritto da pecus alle 10:34 §

Martedi 17 Settembre 2002

PartitionMagic vs. Norton Ghost

La sfida si è conclusa sull'1 a 0 per gli ospiti, capitanati da MultiCast Server. Grazie a uno splendido assist, Partion Dump manda la partizione nella rete avversaria. L'arbitro ordina la formattazione del campo e dopo l'intervallo, il risultato non subisce ulteriori modifiche.
30Gb conquistati con qualche fatica e sofferenza.

scritto da pecus alle 14:44 §

Lunedi 16 Settembre 2002

la migliore utility per giocare a carte con le partizioni del vostro disco: ridimensiona, sposta, incastra, unisce partizioni, tutto senza riformattare
Magari! PartionMagic si è incagliato sulla mia partizione primaria NTFS e non riconosce più la struttura delle partizioni. La macchina sembra ok, ma ho 6Gb liberi che non so come aggregare alla partizione primaria. Uffa, serata troubleshooting

scritto da pecus alle 18:46 §

Ladri per caso…

Mentre PartitionMagic conquista i nuovi 20Gb del nuovo disco rigido del mio portatile, ne approfitto per raccontare una piccola avventura successami la settimana scorsa.
Venerdì avevo un appuntamento a Milano nel pomeriggio. Arrivo in via Turati, parcheggio e apro il baule della mia fida Panda rossa per cercare nella tasca della borsa del computer dell'azienda del… (scusate, piccola devianza da Fiera dell'Est) un paio di buoni parcheggio. Et voilat! Mi aggiusto giacca e cravatta pronto per l'appuntamento e chiudo il baule. Ecco, qui non è come nei libri. Nemmeno come nei film. Assomiglia di più a un fumetto, rumoristica della gialappa compresa. Perché mi rendo conto dell'idiozia del gesto, e non basta toccarmi come le comparse da fiction rai che ballano la macarena nella pubblicità dell'Agip: ho davvero chiuso le chiavi nel baule!

Niente panico, è una panda, la nona macchina più rubata in Italia, non sarà così difficile da aprire! Proviamo a fermare gente con una Panda e usare le loro chiavi: "Senti scusa, ho chiuso le chiavi della macchina dentro il baule della mia Panda e… — mi guarda e so cosa pensa, ma vado avanti, devo! — magari riesco a forzarla con le tue chiavi, visto che hai una Panda anche tu" ma a parte il sicuro momento di divertimento slapstick nella giornata probabilmente banale di un fattorino, non combino nulla. Nel frattempo mi raggiunge la collega con cui ho l'appuntamento. Giro di telefonate e salta fuori una soluzione: ma hai detto che è una Panda no? beh, potreste provare con un filo di ferro, tirando la portiera dovreste riuscire a infilarlo nella guarnizione e alzare il pirullino della serratura…

Proviamo!

Partiamo a caccia di una ferramenta e già si respira aria da Bonnie & Clyde. Ci facciamo fare un gancio alla fine di una barra di alluminio e torniamo alla macchina: gli aguzzini dei parcheggi sono stati più veloci, ma hanno sbagliato a copiare la targa (1 a 0 per noi). E qui viene il bello:

Milano
via Turati
ore 16:05
tentativo di scasso di veicolo parcheggiato
tempo effetivo: ˜8 minuti
reazioni dei passanti: nessuna

Mentre Anna tira la portiera facendo leva con un accendino, io infilo la barra all'interno e, piegatala per raggiungere il pomellino, lo aggancio e tiro, sbloccando la serratura. Fatto.
Due ore dopo ci portiamo a casa anche il contratto con il cliente: non male per due ladri dilettanti!

scritto da pecus alle 17:37 §

Giovedi 12 Settembre 2002

Ieri sera, molto tardi, mi sono imbattuto in un documentario sui fatti di un anno fa. Rai 1 ha trasmesso per intero un documento amatoriale filmato da un "cronista" per caso, un ragazzo con una videocamera che si è unito a una squadra dei vigili del fuoco impegnata (o meglio, disorientata) sul luogo dell'incidente. Ho cominciato a vedere il video quando una delle due torri era già crollata, quando per terra si impastava carta, polvere, macerie, frammenti di quotidianità e terrore. Mi è rimasta impressa la polvere. E il silenzio. E lo spaesamento.
La polvere copriva la lente della telecamera continuamente, tanto che l'operatore doveva più e più volte pulirla, con quello che capitava, dalla manica alle dita. Cadeva come fossero fiocchi di neve marrone, e l'ondata che ha spazzato le strade al crollo della seconda torre è rimasta registrata come un unico turbinio sabbioso che impedisce di distinguere qualsiasi forma.
Il silenzio è denso. È rotto dalle urla di chi dirige feriti, ammutoliti e a gruppuscoli di tre o quattro, verso le ambulanze, e dal gracchiare dei cb, che ripetono sovrapponendo SOS continui. Ecco, come la neve. Come la neve marrone, la polvere soffoca anche i suoni. Poesia acustica virata di tragedia.
Lo spaesamento si vive anche dietro il tubo catodico. Seguivo le immagini come se fossi stato preso per mano. E avrei voluto esserlo se fossi stato là. La voce fuoricampo traduce le parole del videoamatore, parole che descrivono l'incertezza di andare in una direzione o un'altra, non per paura, ma per uno svuotamento dello spazio. Una dilatazione degli equilibri urbani che moltiplica all'infinito distanze che già erano fuori portata, perlomeno per il senso europeo della metrica cittadina.

Un anno fa ero davanti alla televisione nell'ufficio del direttore generale a seguire la diretta. Poi i giornali, i servizi, la commemorazione, le provocazioni, la condivisione delle emozioni, la razionalizzazione dei fatti. E per quanto guardassi+ e leggessi non riuscivo a farmi un'idea intima e partecipata di quello che fosse successo.
Ieri sera, a un anno di distanza, sì

scritto da pecus alle 12:12 §

Mercoledi 11 Settembre 2002

We remember...

scritto da pecus alle 14:16 §

Lunedi 9 Settembre 2002

GOLD!

Grazie a un disguido internazionale, una classica partitella corporate a scaricabarile, un operatore del servizio clienti un po' superficiale, una email determinata e una spolverata di insider trading (tanto per avere un asso nella manica), mi sono stati regalati due mesi di tariffa Gold, una flat senza scatto alla risposta a 12 centesimi di Euro al minuto.

And you?

scritto da pecus alle 15:54 §

Venerdi 6 Settembre 2002

Barney Panofsky ... Mordechai RichlerBarney Panofsky è qua dietro seduto che fuma il suo Montecristo come se niente fosse. E come se niente fosse continua a parlarmi dell'ultima memorabile partita di hockey dei Canandiens, alterando irosi commenti sui giocatori a battutine sulle colleghe che passano per il corridoio e annebbiando i soliti monologhi su quel vecchio segaiolo di Terry McIver con ampie boccate che hanno trasformato l'ufficio nella dépendance italiana di Dink. Nonostante l'insistenza mi sono rifiutato di servirgli l'ennesimo McCallan, per cui da dopo pranzo mi ha piantato un muso torvo e minaccioso: temo una delle sue sagaci e irriverenti lettere a un giornale o alla direzione del personale. Ma Barney è così, e così te lo porti dietro, preceduto dal fumo e seguito dall'impressione che se ne sia appena andato nel momento in cui ti giri per fargli una domanda.

Maschile, irascibile, ironico, poetico, sfacciato, irritante, fastidioso, impossibile da posare: La Versione di Barney di Mordechai Richler è uno dei migliori libri che ho letto di recente. E a dirla tutta, arrivato alla fine se avessi avuto del whisky e un sigaro me li sarei fatti ad memoriam di Barney e Izzy, cercando un sassolino da posare sul libro, quasi fosse una tomba, e sussurrando l'immancabile cazzo cazzo cazzo, non per rievocare l'ennesima brutta figura o voltafaccia, ma alla strenua di una litania funebre yiddish.

scritto da pecus alle 15:19 §

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