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Giovedi 27 Settembre 2001
Il mondo è piccolo e imprevedibile: incontro un amico di Trento che non vedo da 4 anni in una trattoria in cui non sono mai stato [edited - original via waplog] Vivo molto di più offline in questi giorni, ecco perché scrivo così poco. Tante emozioni si sistemano trovandosi un loro posto comodo, tante insicurezze cominciano a farsi coraggio, le persone sorridono, gli incontri sorprendono, le attese rinfrancano. Sto bene, tanto che ironizzo persino sui rischi di guerra mentre discuto alla riunione di condominio (io faccio sempre il presidente, mi diverto un mondo a dare la parola a signore sulla sessantina ingioiellate fino ai capelli gonfi e setosi che alzano la mano come alle scuole elementari... ci resti secco, puoi riprendere il vecchio generale settantenne che comincia discorsi che si riferiscono ad altre sue proprietà prima di accorgersi che non sono per nulla attinenti... quando mi scuoto dall'ipnosi delle sue parole lo apostrofo sicuro ma gentile e la barca riprende a viaggiare... verso nuove spese e nuove grane... prima o poi raccoglierò firme per indire un'assemblea in cui approvare un megaparty in cortile: per trovarsi e discutere con gli avvocati di cause contro l'amministratore precedente, del condomino furbetto che si rifà il bagno a spese della collettività, di legulej figli di importanti personalità di Forza Italia che affittano a extracomunitari in condizioni ai limiti dell'igiene, e del buon senso, e dell'avarizia, e uscire con un preventivo di spesa sempre più alto, tanto vale stanziare i soldi per booze e impianti di amplificazione oversize!). Certo che mi ricordo dov'ero rimasto: sto bene e guardo avanti!Lunedi 24 Settembre 2001
tutti i giorni arrivo a casa e accendo la televisione. vado su repubblica.it quattro o cinque volte al giorno. tendo l'orecchio alle radioline che ronzano nei bar, sto attento che non vari il sottofondo dance dei negozi, butto un occhio agli strilli appoggiati davanti ai giornalai. sto cercando una guerra che non voglio, eppure non riesco ad essere contento della delusione che ogni volta mi assale quando questa aspettativa mi viene negata, negata dal quiz show che non sopporto, negata dalle solite news che non sanno cosa raccontare, che glorificano l'america e la tensione che scorre in questo mondo già succube dell'evoluzione degli eventi, negata dal nuovo disco live di enrico ruggeri (e chi se ne frega), negata dalla piccola cronaca bianca e nera evidentemente più importante degli eventi mondiali. ma ora che ci penso, sono contento di leggere del lavavetri che ruba il walkman al lavavetri del semaforo accanto che si rivolge ai carabinieri, sono contento di vedere un padre di famiglia convinto di fare une bella figura davanti a un ebete con un vestito a punti interrogativi di pajettes che sillaba come la lettrice del tg4 per non vedenti, sono contento perché non voglio farmi trascinare in questa euforia guerricida regalataci dalla televisione e dai giornali più scontata delle videocassette, dei parei e persino delle telepromozioni.
dieci anni fa ascoltavo seduto su un banco emilio fede urlare da un piccolo walkman che la notte prima aveva registrato il primo attacco in iraq. quella guerra lontana fruibile in telerama era un argomento da tema della maturità, la solita ovvia occasione di polarizzazione tra destra e sinistra, anche e soprattutto studentesca, perché non capita mica tutti i giorni di avere così tante belle armi argomentatorie nelle manifestazioni, e si sa, siamo tutti allenatori e tutti sindacalisti in questo paese, per cui la festa era garantita, dentro e fuori le aule scolastiche.
oggi sono infastidito. e anche un po' indifferente. no, non penso che siano fatti loro, per quanto obesi e sempliciotti gli americani in fondo mi piacciono, anche perché non sono così, come noi non siamo tutti pizzaioli o mafiosi. ma non sopporto questa retorica, questo patriottismo sgangherato fatto di lettere aperte ai terroristi scritte dagli alunni delle scuole medie, fatto di bandiere portate in mezzo al traffico, di cacofonica aderenza alla retorica di guerra. perché di questo si tratta, e con questo non voglio averci niente a che fare. mi conforta sapere che non essendo il solo ad avere questo atteggiamento non mi sento così cinico come sembrerebbe. anzi, il senso di perdita, di sospensione dalla realtà che ancora porta il ricordo del pomeriggio dell'undici settembre acuisce la partecipazione affettiva a questa tragica situazione, ma non mi fa schierare con la altisonante flatulenza governativa e militare.
poi mi accorgo che nel bel mezzo di questa inquetudine, in questo frullato di attesa, delusione, fastidio, ed empatia sono i miei affetti, le mie preoccupazioni, il mio futuro ad assorbire gran parte delle mie riflessioni. sono egoista e lo sono perché credo nella vita: nella mia e in quella di questo stravagante pianeta.
Mercoledi 19 Settembre 2001
Ciao nonna, buon viaggio...Venerdi 14 Settembre 2001
Giovedi 13 Settembre 2001
Ah, confermo: Biccio mi ha scritto :)))))Martedi 11 Settembre 2001
Il mio numero di ICQ è: 18845368. Così mentre ve lo dico, me lo ricordo anch'io... Ho visto la fragilità dell'esistenza umana, l'orrore della realtà a 425 linee più perfette di un cinemascope. La gente scherza con battute precofenzionate sull'orlo (sì proprio come scrive DeCarlo, sempre sull'orlo o a raso) di un live feed satellitare. Esco vuoto di parole per dare un volto alle emozioni e carico di perplessità.Lunedi 10 Settembre 2001
Sono andato in piscina in pausa pranzo e mi sono dimenticato di mangiare, però ho sviluppato un interessante pensiero (forse il delirio da privazione alimentare ha contribuito, ma credo avessi un'invidia latente: possibile che solo il Cavedoni possa creare neologismi?) Eccovi dunque un petit conte philosophique sui Bed & Breakfast.
Gli Inglesi li hanno battezzati Bed & Breakfast; i francesi le chiamano Chambre D'Hotes, e noi? Camere in affitto? Squallido! Io proporrei, diciamo, uhm... non so, che ne dite di Nanna & Sbafa?
No, un tantino cartone animato, proviamo qualcos'altro: Cuscini & Cornetti. Bello questo: presenta una spettacolare simmetria di figure retoriche: un affiancamento di metonimie!!! Peròsembra una catena in franchising di croissant e federe... ci vuole qualcosa di più pubblicitario, di più new economy, un filo napoletano, che evochi pareti esotiche, letti sultanici, colazioni lussureggianti...
DORMICÒLA!
DORMICÒLA: sost. (pl. -e);
Se entra nel lessico, voglio un articolo sul Corriere :-)
Quella lenza di mia sorella Sara compie ... si dice, non si dice? Bah, tanto non li dimostra. Da quando non vivo più in casa mi ha confidato che le sto molto più simpatico, ma visto che a stento tratteneva le risa, ho dedotto che in fondo si divertiva un sacco quando c'ero (a parte adesso che recrimina sul fatto che da bambini, ma ini ini ini, a volte preferivo leggere a giocare con lei, e no, non era un problema di giochi, io e Siñia siamo sempre andati d'accordo sui giochi, niente bambole o troppa plastica anni '80 e molta fantasia, stile Banda dei 4, Huckleberry Finn o Conan+, ma è vero, ero un po' secchione, cioè curioso, un po' cicciotto, avevo anche una terribile magliettina a righe bianche e blu, stile marinaretto, oddiosecipenso, leggevo un sacco che vi posso dire, a volte anche quando si sarebbe potuto giocare insieme, ribaltando uno sgabello e sedendocisi sopra simulando un'astronave, o sedendosi a cavalcioni dei cuscinoni del divano letto per farne una canoa e strisciando nel corridoio fino in cucina e sul balcone). Certo andare via ha contribuito alla salute mentale di mia madre: a volte a pranzo la mandavamo in delirio, e chi ci teneva più, smettere di ridere era un'impresa titanica. Chiaro, non ha avuto nessun effetto sull'età anagrafica di mia sorella: giuro che ha fatto tutto da sola!
Se leggi (?), vedi di pensare a cosa vuoi come regalo. Ah, se avete idee...
Ho preso i saldi per la coda, e ho rimediato al furto, spendendo ancora meno che nei saldi di Luglio (ovvio che alla fine mi sono costate un occhio, avendone comprate due paia...). Ho preso due biglietti per l'anteprima di "Il Pianeta delle Scimmie", ho tentato la scalata a Superga dopo aver fatto il giro del Meisino, ma arrivato al tornante mi sono detto Non me lo fa fare nessuno
, così ho girato la bici e me ne sono tornato giù, solo per scoprire davanti al Castello del Valentino, una luce tersa e spettacolare che ritagliava le forme degli alberi e dei pontili sul fiume come se fossero squarci di un Fontana. Torino è davvero bella.
Venerdi 7 Settembre 2001
Ho letto tutto Agosto di uomonero. Ora tocca alla sitcom di Leonardo.
Mi sorprendo sempre quando flussi agitati di parole si ancorano improvvisamente a un luogo, il bar del porto, il tavolino di un caffé di una piazza, gli scalini di un calla, quando il nome di un luogo, quello con la maiuscola, ferma tutte le sinestesie, tutte le metonimie, tutti gli artifici retorici in un'istantanea in cui non è la memoria né l'immaginazione a dare forma all'immagine, ma l'esperienza del luogo.
Ho passato troppo tempo a pensare e mi sono perso un sacco di dettagli...
C'è un clima strano in giro. Una confusione di affetti e tante prese di coscienza, attese, riflessioni, rotture. Curiosamente leggo Come diventare buoni. E oggi, su La Stampa, un editoriale impasta quest'aria di relazioni instabili o di perplessità emotive con il vento del fronte No Logo + No Global.
Tutta classe media aggiornata, new economy-comunicazioni-studenti. Tutti a sentire (a tifare) Nick Hornby, un inglese pelato e simpatico in giacca di pelle che ha scritto un romanzo mediamente carino e mediamente divertente sulla confusione della classe media progressista fra tristezza personaldomestica e nuovo pasticciato bisogno di fare qualcosa per combattere i mali del mondo.
Non credo che le due cose vadano così di pari passo. Non penso che il bisogno di avere nuovi ideali, cause che accomunano e ridefiniscono tribù urbane e non che si erano perse non tanto nel globalismo, ma in questo progressismo tecnologico moderno ed egoista che agganciava la fretta all'esistenza di ognuno per poi incanalarlo in un susseguirsi di meeting, reports, brainstorming, strategy analysys, asset definitions, technical infrastructuring, client pleasing, more client pleasing, idea flushing, venture capitalism, meetings, more meetings, conference calls, tutto al prezzo di nanobrevi pause caffè (grave), che questo bisogno sia in qualche modo legato, causa, effetto o semplicemente concomitanza con una riflessione sugli affetti, sulla tristezza personaldomestica. Ma è vero che è nell'aria, non una semplice coincidenza. Sarà un autunno caldo, non nel senso sindacale, ma perché i nodi verranno al pettine, i periodi di riflessioni finiranno, le teste scoppieranno di pensieri e quello che con leggerezza i trentenni-comunicazione-new economy-studenti hanno imparato a fare con in questo nuovo mercato, prendere decisioni, dovranno farlo con impegno per la loro vita privata. Perché non viviamo in un episodio di Friends.
sono un po' caustico...
Giovedi 6 Settembre 2001
Non ho avuto tempo di organizzare le foto, ma qualcosa comincia ad andare online (ho aggiornato l'immagine di destra di questa pagina con 3 nuove random scelte dalla vacanza in Corsica). Al mattino fa freddo, un po' troppo per sentirsi ancora in estate, ma le giornate poi sono splendide quando esco per pranzo: peccato solo dover anticipare la corsa serale per via del buio...Lunedi 3 Settembre 2001
Il caffè finalmente ristretto, Fabio Volo e la Laura, i Green Mint, girare in scooter... sono a casa!